"Complimenti per la splendida figura..." mormorò Badilino uscendo dalla stazione.
"Cosa ne potevo sapere io che il portafoglio era negli altri pantaloni?" sbuffò Blaze "Permettimi di essere un pelino scombussolato, in una sola notte sono stato sballottato da una parte all'altra dell'America, ho lottato contro un'entità che una volta possedeva il mio corpo e un fatto un patto con il demonio..."
"Davvero un incubo la tua vita Blaze..." fece Michael sedendosi alla fermata dell'autobus "Nel caso non l'avessi notato io sono ufficialmente morto... che diavolo di esistenza aspetta ad un tizio che non è considerato vivo? Probabilmente avranno già prosciugato i miei conti in banca..."
"Michael... si può sapere che vuoi fare li? Ti ricordo che non abbiamo i soldi per pagare il biglietto..." gli fece notare Blaze "Ora che le nostre moto sono sparite muoversi è diventata un'impresa... Vorrei sapere perché non le possiamo evocare di nuovo visto che siamo tornati in possesso del fuoco infernale! Io devo assolutamente tornare dai membri del circo!"
"Io continuo a non capirci niente della faccenda da cui siamo appena usciti... ma in fondo non ho proprio mai capito niente di tutta questa storia! Gli unici che potrebbero spiegarci qualcosa sarebbero il Custode e Seer, ma al solito loro, sono spariti e..." Badilino non terminò la frase che una luce brillò tra lui e John e apparve una porta da cui fece capolino la testa di Seer.
"Ecco... vi ho trovato... Dan non è con voi?" chiese la ragazza "Comunque entrate, non state lì fuori al freddo!"
I due seguirono il consiglio di Seer, entrarono nella porta, questa brillò e poi svanì.

 

#5 - La resa dei conti

di Xel aka Joji

Dan premette il pulsante e attesa che l'ascensore giungesse al piano, intanto la sua mente si chiedeva il perché di tutto quello che gli stava accadendo.
Terminata la lotta con Zarathos, aveva deciso di tornare a casa: era da tanto, troppo, che non vedeva sua madre... come d'altronde anche Stacy, e Jack, e tutti gli altri suoi amici... la sua vita era cambiata negli ultimi anni, era cambiata per motivi che non riusciva a comprendere, si era ritrovato invischiato in trame troppo complicate per essere comprese da lui, perdendo a poco a poco tutto ciò che era veramente importante...
Quali certezze erano rimaste nella sua vita? Aveva scoperto che sua madre era morta mentre la donna che l'aveva cresciuto era in realtà la sua matrigna, aveva scoperto che John era suo fratello, molte menzogne restavano ancora insolute... tuttavia, la certezza dell'affetto della sua matrigna gli era rimasta impressa nel cuore: Frances Ketch aveva sempre amato lui e sua sorella Barbara...
E quando non aveva trovato nessuno in casa e la vicina gli disse che sua madre era stata portata via poche ore prima da un'ambulanza, il mondo gli era caduto addosso...
Il corso degli eventi, lo aveva costretto ad allontanarsi da tutto, Jennifer aveva pure cancellato il ricordo del suo legame con Ghost dalle menti di Stacy e di sua madre,[1] però...
Una fitta alla testa al pensiero di Jennifer... sua cugina... che fine aveva fatto?
Più si sforzava, meno ricordava, restava solo impressa nella sua mente quella inquietante visione di Ghost con il corpo della ragazza tra le braccia... ma era morta?
Non poteva pensarci in quel momento... per quanto bene volesse a Jen, sua madre, il suo passato, veniva prima di tutto...
La porta dell'ascensore si aprì e Dan si incamminò per il lungo corridoio bianco.

Interludio.
Cody si muoveva tra la neve.
Il suo aspetto era bestiale, anche più grottesco del solito, la sua massa si era accresciuta del doppio, le sue fauci sporgevano dalla bocca come schegge di vetro, i suoi occhi erano rossi, camminava ansimando.
Era furioso, e proprio preda di quella furia si stava muovendo.
Furioso per l'attacco delle bestie dello Stige, furioso per la sparizione di Blaze, furioso per l'arrivo di Steel Wind e Steel Vengeance, che aveva risvegliato i ricordi più dolorosi.
E più il suo animo era preda della rabbia, più il suo aspetto diventava mostruoso e sentiva nel suo cuore crescere la voglia di sangue e distruzione...
L'aveva sempre saputo, fin da quando era un bambino, che dentro di se covava un mostro e aveva sempre fatto di tutto per cercare di tenerlo nascosto, ma cosi non aveva fatto altro che accrescere la rabbia repressa rendendo più arrabbiata la bestia...
E in quel momento, si muoveva in preda alla furia cieca, deciso a massacrare qualsiasi cosa fosse apparsa davanti ai suoi occhi.
Una voce giunse alle sue spalle "Sei tu Cody?"
Si voltò ringhiando.[2]
fine interludio

"Dan..." Stacy era appena uscita dalla camera della signora Ketch, quando si trovò di fronte Dan.
Aveva gli occhi rossi e non appena vide il ragazzo, ripresero a lacrimare.
Non riuscì a fare altro che saltargli al collo singhiozzando.
Dan rimase per un attimo sbigottito, poi la strinse in un confortante abbraccio.
"Dan... ero con lei...stavamo parlando... e poi... e poi... è svenuta..." singhiozzò la ragazza.
"Cosa dicono i dottori?" chiese Dan.
"Non sanno cosa fare... sembra che stia semplicemente dormendo... non capisco, perché deve succedere tutto questo... un attimo prima... stavamo parlando, di te, di noi, di Ghost... e ora..." Stacy si bloccò quando Dan le afferrò le spalle tra le mani e la fissò negli occhi.
"Di cosa stavate parlando?" fece confuso: era impossibile, loro non dovevano ricordare il suo legame con Ghost, Jennifer l'aveva cancellato dalle loro menti con un incantesimo.
"Dan... per favore... non stringere, mi fai male!" mormorò Stacy.
Una voce giunse da un'estremità del corridoio "Sembri agitato... dovresti riposarti..."
Dan si voltò e vide Jack D'Auria, colui che un tempo era il suo migliore amico: il ragazzo si frappose tra lui e Stacy e li separò "Vai a prendere qualcosa da bere Stacy..." dopo che la ragazza si fu allontanata, si rivolse a Dan "Quindi sei tornato alla tua vita reale? Hai deciso di riavvicinarti alle persone che ti vogliono bene?"
"Parli come se allontanarmi fosse stata una mia scelta..." gli rispose Dan.
"Lo è stata... hai rifiutato l'aiuto che ti era stato offerto, hai deciso di agire di testa tua, muoverti da solo e..." Dan afferrò Jack per il bavero e lo sbatté contro il muro.
"Aiuto? Ovvero il farmi controllare dal Custode? Come pensi che mi sia sentito a sapere che tu, il mio migliore amico, eri il suo galoppino..."[3] sottolineava ogni parola facendo cozzare la schiena di Jack con la parete.
Jack afferrò il polso di Dan e lo osservò con sguardo comprensivo "Dan... per quanto tempo pensi di sfogare così il dolore per quanto è successo a tua madre?"
Gli occhi del ragazzo divennero lucidi, mollò la presa e iniziò a singhiozzare poggiando il volto sulla spalla dell'amico "Perché... non se lo merita... ha già sofferto così tanto..."
Jack gli poggiò un braccio sulle spalle e lo accompagnò nella stanza.
Frances Ketch era sdraiata sul letto, sotto una coperta bianca che sembrava un tutt'uno con il colore del volto, il suo corpo era collegato ad una serie di macchinari che segnalavano che le sue condizioni erano stabili.
Jack lo aiutò a sedersi "Resta qui... stalle accanto..."

Un camion procedeva a zig zag sulla strada che portava al cimitero di Cypress Hills.
D'un tratto, il mezzo uscì fuoristrada ad andò a cozzare contro un albero.
La portiera del guidatore si aprì e ne cadde fuori un corpo privo di vita.
Blackout saltò fuori dal camion, leccandosi le labbra "Niente male, considerando che non ho mai preso la patente..." si guardò intorno "Dunque la spada di cui ha bisogno la madre è qui... "[4]
Balzò oltre la cancellata e si mise ad annusare l'aria.
Riconobbe subito un odore che ben conosceva: l'odore di Zarathos, quell'odore misto di Zolfo e Fango che aveva imparato a riconoscere nei giorni passati a lottare al fianco del demone.[5]
Seguì la scia di quell'odore fino a raggiungere un cespuglio, abbandonata tra i rovi spiccava la spada.
Blackout la raccolse e ne rimirò la finezza della lama: era stata costruita dal membro del Sangue chiamato Foundry con il solo scopo di uccidere Zarathos, tuttavia a quanto aveva detto sua madre, quell'oggetto aveva altri poteri, tra cui quello di permettere che la rinascita dei Lilin.
Il vampiro osservò il suo riflesso sul metallo "Chi sarà stato così idiota da lasciarla qui? Questa spada dona un potere incredibile... un potere con cui io… potrei... uccidere Ghost..." un pensiero balenò nella sua mente "Si! Lo troverò... troverò Ghost, Dan Ketch... e trafiggerò il suo cuore con quest'arma... e avrò la mia vendetta..."

"Allora? Dov'è il Custode?" chiese Blaze versandosi da bere.
"Aveva delle faccende da sbrigare..." esclamò Seer andando dietro il bancone "Ha detto che la rinascita di Zarathos è stato solo un momentaneo inconveniente che l'ha distratto da qualcos'altro... oserei pensare che c'entri il Sangue, ma sai com'è.. intervallando ogni frase con uno sputo non rende molto facile la comprensione di quello che dice..." La ragazza tirò fuori da sotto il bancone uno scatolone.
"Cosa c'è lì dentro?" chiese Badilino.
Seer gli lanciò un fagotto, l'uomo lo aprì e si trovò tra le mani una maschera nera ed un paio di guanti dello stesso colore, su entrambi spiccava una grossa V cucita con stoffa di un rosso intenso.
"E che sarebbero?" chiese Blaze.
"Che domande!" sorrise Seer "La tenuta da combattimento degli Spiriti della Vendetta! Non vorrete mica andare a combattere mostrando a tutti la vostra faccia?"
John gettò la maschera a terra "Cazzate! Non siamo mica i Fantastici Quattro... siamo tre tipi che si sono trovati per caso a fronteggiare una minaccia comune! Non esiste un gruppo chiamato Spiriti della Vendetta, questo non è un fumetto! Abbiamo risolto la crisi con Zarathos e ora non ne voglio più sapere di questa storia, voglio solo tornare alla mia vita!"
Badilino si lasciò ricadere su una sedia "Beato te che almeno ce l'hai una vita..."
Seer raccolse la maschera da terra "Dovresti avere un po' più di rispetto! Ho passato due ore a cucirvi queste maschere! Potresti mostrare un po' di gratitudine! Il Custode ha detto che volenti o nolenti, voi restate gli Spiriti della Vendetta e..."
"Me ne sbatto di cosa dice il Custode!" Blaze colpì con il pugno il bancone "Non ho intenzione di continuare a starvi dietro! Ora mi interessa solo sapere come stanno i miei amici del circo! Quindi muovi quel bel culetto rotondo e vedi di portarmi di corsa a casa di Quentin!"
Seer strinse la maniglia della porta del night club e la spalancò "Faccia pure Mr. Blaze!"
"A mai più rivederci..." fece Blaze uscendo.
Seer gli sbatté la porta dietro "Che uomo impossibile!"
"Devi cercare di comprenderlo..." sbuffò Badilino "Tutta questa storia del sangue, del medaglione... ci ha fatto perdere tutto quello che avevamo..."
Seer lanciò un'occhiata triste alla porta "Non siete gli unici ad aver perso tutto..." si voltò verso Badilino "Ora che ci penso... il Custode mi ha chiesto di andare al cimitero per recuperare Suicidio... è sparito durante la lotta con Zarathos... ti dispiace accompagnarmi?"
"Bah... tanto non ho niente da fare..." Si alzò e si avvicinò alla porta.
La aprirono e si trovarono al cimitero, davanti a Blackout.
"Il Lilin!" gridò Badilino, mentre le sue mani si illuminavano.
Ma il vampiro fu più veloce: non appena vide i due uscire dalla porta che gli era comparsa d'improvviso innanzi, gli fu addosso colpendoli con una spallata.
Badilino ricadde attraverso la porta, trascinando Seer.
Blackout chiuse l'uscio con un calcio, ficcò la spada nel legno e questo esplose in mille frantumi.
"Solo un piccolo contrattempo..." mormorò il vampiro "Adesso... aspettami Dan Ketch! Sto arrivando!"

Intanto all'ospedale, Dan continuava la sua veglia silenziosa al corpo della madre.
Stacy e Jack lo osservavano da fuori la stanza, a loro si era unita anche Adrienne LaBelle.[6]
Tutti e tre erano preoccupati per il ragazzo, che non aveva pronunciato una parola da quando era entrato in quella stanza.
"Dovremmo... fare qualcosa per aiutarlo?" chiese Adrienne.
Il dottore si avvicinò a loro "Scusatemi, dovreste avvertire il signor Ketch che abbiamo bisogno del libretto sanitario di sua madre... per le pratiche burocratiche..."
"Beh... non mi sembra il caso di chiedergli di andarlo a prendere a casa..." fece Jack "Andrò io..."
"No, lascia, andrò io..." Stacy si diresse verso l'ascensore "Torno subito..."
La ragazza in realtà cercava un motivo per stare da sola.
Voleva pensare, ma pensare a cosa?
A Dan... a come d'improvviso le loro vite si erano tornate ad incrociare... Erano mesi che non si vedevano, erano stati addirittura nemici per un breve periodo, aveva dato la caccia a Ghost... ma tutto semplicemente perché rivoleva Dan, lo rivoleva tutto per se... perché i suoi sentimenti per il ragazzo erano più vivi che mai...
Scosse la testa mentre usciva dall'ospedale, non doveva pensarci in quel momento, non poteva dare altri pensieri a Dan...

"Che botta... non ho avuto nemmeno il tempo di reagire..." mormorò Michael massaggiandosi le tempie "Quel dannato Lilin..."
"Ti dispiacerebbe sollevare dal mio corpo il tuo leggiadro peso?" chiese Seer, che si trovava sotto la schiena dell'uomo.
"Oh, scusa!" Badilino si alzò, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi "Dobbiamo andare di corsa ad avvertire Dan... se Blackout è in città non significa niente di Buono!"
"D'accordo..." la ragazza tornò di nuovo alla porta e ne afferrò la maniglia, questa però le restò in mano non appena la tirò, mentre la porta si tramutò in polvere, lasciando davanti a lei una parete vuota "Oh, no..." gettò a terra la maniglia, chiuse gli occhi e strinse i pugni: il suo corpo iniziò a brillare, sparì per un attimo, ma poi riapparve dov'era prima. "Siamo nei guai..."
"Che è successo?" chiese Badilino.
"Sembra che Blackout abbia distrutto la porta del night club... questo vuol dire che non ne possiamo più uscire..." mormorò la ragazza.
"Come... ma anche senza la porta... tu puoi teleportarti, no?" gridò Badilino.
"La porta è non è un semplice mezzo, essa permette a questo crocevia di essere collegato alle altre realtà... ma con la porta distrutta non posso teleportarmi fuori di qui..." spiegò la ragazza.
"Dannazione.. ci sarà qualcosa che possiamo fare!" fece Badilino.
Seer aprì un armadio e ne tirò fuori un computer portatile "Certo! Sai giocare ad Otello?"

Stacy posteggiò la macchina davanti a casa Ketch e scese.
Mentre percorreva il vialetto, si guardava intorno e ogni cosa che vedeva le risvegliava un'infinità di ricordi: l'albero sotto cui giocavano da bambini, il cortile dove Dan e Barbara festeggiavano tutti i loro compleanni, l'erba su cui passavano ore sdraiati a parlare...
Tirò fuori dalla tasca la copia delle chiavi e la infilò nella serratura: la porta si aprì senza bisogno che la girasse.
*C'è.. qualcuno?* istintivamente tirò fuori la pistola ed entrò dentro.
La casa era sprofondata nel buio, tutte le tende erano state calate giù, provò ad accendere la luce premendo un interruttore, ma le lampadine erano state svitate.
In quelle tenebre risuonò un respiro affannato.
Stacy cominciò a camminare all'indietro: avrebbe raggiunto la macchina e chiamato rinforzi con la radio.
"Guarda guarda chi abbiamo qui..." la voce di Blackout risuonò nelle stanze "... speravo di trovare Ketch e invece mi becco la sua fidanzatina..."
Stacy lo riconobbe, iniziò a correre a perdifiato verso la porta, ma qualcosa le finì sotto i piedi e cadde a terra.
La pistola le scivolò delle mani, cozzando contro un mobile e lasciò partire un colpo.
La luce dello sparo illuminò la figura di Blackout che saltava addosso alla ragazza.
"Lasciami andare... lasciami..." gridò Stacy mentre cercava di scivolare via dalla presa del vampiro.
"Volevo ucciderlo... ma adesso... ho trovato qualcosa di peggio della morte..." sibilò Blackout..
Poggiò gli artigli sul petto della ragazza e ne squarciò la divisa e parte del reggiseno.
Il corpo della ragazza fremette quando sentì un soffio freddo sui seni.
"No... no..." iniziò a piangere.
Le lacrime scivolavano sulle sue guance.
Ne sentiva il calore e poi il sapore salato nel momento in cui giungevano sul margine della bocca.
Salate, come l'acqua del mare... la sua mente si concentrò su quel pensiero, il mare, l'acqua fresca, la sabbia sotto i piedi, il suono delle onde... si concentrava su altro per non sentire quello che stava succedendo al suo corpo, per non sentire Blackout che le ansimava addosso, per non sentire il dolore...
"Piacerà a Ketch questa sorpresa... sì che gli piacerà..." boccheggiò il vampiro mentre poggiava le labbra sul collo della ragazza.
I denti del Lilin si fecero largo nel suo collo...
Il mare si tinse di rosso.

 

****Proxima:****
**Spiriti della Vendetta**
Sangue chiama Sangue

 

Dan uscì dalla camera di Frances asciugandosi gli occhi.
Adrienne era seduta sul divanetto di fronte la porta e sfogliava distrattamente una rivista di moda, mentre Jack era in piedi, con la schiena poggiata sul muro e sorseggiava un bicchiere di caffè.
Dan si lasciò cadere accanto ad Adrienne "Sembra… che stia solo dormendo... se non fosse per quel colorito cosi pallido, sembrerebbe anche felice... ha un'espressione così beata, come se stesse facendo un bel sogno..."
Adrienne lasciò scivolare a terra la rivista ed abbracciò Dan "Sono sicura che si risolverà tutto per il meglio..."
"No... non si risolve mai per il meglio..." Dan strinse i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche "Non nella mia vita..." si guardò intorno "Dov'è Stacy?"
Adrienne si scostò con aria sconsolata *Ha bisogno di Stacy... non di me...*
" È andata a casa tua, a prendere il libretto sanitario di tua madre..." Jack guardò il suo orologio da polso "Però... è strano... dovrebbe essere già tornata..." si diresse verso l'ascensore "Nell'ingresso c'è un telefono a gettoni, le faccio uno squillo al cellulare per vedere dov'è..."
Jack, giunto al piano terra, afferrò la cornetta e compose il numero.
Si aspettava di sentirsi rispondere dalla voce femminile di Stacy, invece dopo un paio di squilli dall'altro capo del telefono parlò un uomo.
Jack chiese di Stacy e ascoltò in silenzio, mentre le dita stringevano sempre di più il bicchiere di plastica che teneva in mano, riversando a terra tutto il caffè.
"Perché..." si chiese riagganciando la cornetta "Perché le cose non si risolvono mai per il meglio?"
Sentì alle sue spalle la campanella dell'ascensore e ne vennero fuori Dan e Adrienne.
"Che ti ha detto Stacy? Dov'è finita?" chiese la ragazza.
Jack li osservò in silenzio per qualche secondo, mentre il suono della sirena di un'ambulanza si faceva sempre più vicino.

#6 - Sangue Chiama Sangue

"Avete una presa telefonica in questa bettola?" esclamò Badilino "Non smetti mai di sorprendermi..."
Seer terminò di tendere il cavo e lo collegò al computer, poi si voltò sorridendo verso Michael, ed esclamò facendo l'occhiolino "E non mi sono ancora tolta i vestiti di dosso!"
Badilino arrossì visibilmente, e si andò a sedere accanto alla ragazza, davanti lo schermo del portatile.
"La porta si riparerà automaticamente tra qualche ora... non possiamo fare niente per accelerare il processo..." Seer iniziò a digitare rapidamente sulla tastiera "Piuttosto che restare con le mani in mano, meglio fare qualcosa di costruttivo...Tipo ricrearti un'identità!"
"Cosa?!" esclamò confuso l'uomo.
"Certo... basterà entrare nel computer della banca... e fare un salto sul database del governo..." spiegò senza staccare lo sguardo dallo schermo.
"Ma... ne sei davvero in grado?" Michael era basito.
"Certo! Come credi che abbia fatto ad andare avanti finora? Sai, le creature mistiche non sono molto inclini al lavoro vero e proprio..." ridacchiò Seer.
"Ma è legale?" chiese Badilino.
"Quando fai parte di una razza segreta semi immortale ti assicuro che la legalità diventa un concetto vago..." sospirò la ragazza.

Dan era in piedi, immobile, davanti alla porta della sala operatoria.
I suoi occhi puntavano verso la luce rossa che vi brillava sopra, ma erano vacui, come se in realtà non vedessero ciò che aveva di fronte.
"Dan... vieni a sederti..." Adrienne gli poggiò una mano sulla schiena, ma lui si limitò ad allontanarla, scrollando la spalla.
Jack attraversò il corridoio e si avvicinò ai due.
"Sembra... in trance... non vuole parlare, né muoversi..." mormorò Adrienne.
"Puoi biasimarlo?" Jack si avvicinò all'amico "Dan... ho parlato con un poliziotto.. mi hanno detto che hanno trovato qualcosa a casa tua... un messaggio..."
Dan si voltò e lo guardò aggrottando le sopracciglia "Un messaggio?"
"Si... su uno specchio scritto con..." Jack deglutì " Il sangue..."
Dan digrignò i denti "Cosa... cosa c'era scritto?"
"Barbara K. e Linda W. Dormono sotto l'acqua..." rispose Jack.
Dan sentì le gambe cedere e si inginocchiò a terra "Barbara... Linda Wei...[7] non è.. possibile... Blackout... è stato lui.. ha fatto questo a Stacy..."
"Dan, ora devi solo pensare a stare vicino a Stacy e a tua madre, lascia stare Blackout e tutto il resto, e..." Jack fu spinto contro il muro da Dan.
Il ragazzo si alzò , corse verso l'ascensore e premette con un pugno i pulsanti.
Jack si infilò dentro prima che le porte si chiudessero "Cosa hai intenzione di fare Dan? Trasformarti in Ghost, saltare in groppa alla tua bella motocicletta e correre alla ricerca di quel pazzo?"
"Non sono più Ghost..." rispose Dan con voce ferma e decisa "Ma mai come ora, ho desiderato la vendetta!"
"Lo vuoi capire che ora devi stare accanto alle persone che ami? Rischi solo di farti ammazzare!" l'ascensore si aprì e i due uscirono nella Hall.
Un'infermiera guardava preoccupata la televisione "Che massacro..."
Dan e Jack osservarono lo schermo dalle spalle della donna.
Un giornalista parlava di fronte ad una palazzina "Questo è il quinto omicidio multiplo in poche ore... quattro persone sono state dissanguate e i loro corpi smembrati... Il modus operandi lascia intendere l'azione di un serial killer, ma la polizia brancola del buio..." apparve una cartina della città, in cui dei punti rossi indicavano i luoghi degli omicidi "Si contano in totale quindici vittime, di età, razza ed estrazione sociale diversa l'una dall'altra..."
"Blackout..." Dan si morse il labbro "Si sta muovendo... e mi sta lasciando una traccia da seguire..."
Jack guardò la mappa "Proseguendo di questo passo, arriverà dritto al porto..."
Si voltò e vide Dan correre fuori dall'ospedale.

Interludio
Miranda sbadigliò rigirandosi tra le lenzuola.
Aprì gli occhi e si mise lentamente a sedere, lasciando penzolare le gambe sul lato dell'ampio letto matrimoniale sui cui era sdraiata.
Si guardò confusa intorno.
*Dove sono? Come sono finita qui? Ricordo... che qualcuno ci aveva attaccato, John è scomparso, e sono arrivate quelle due pazze…[8] ma poi nient'altro...* poggiò il piede a terra e il lenzuolo le scivolò di dosso. Si accorse in quel momento di essere nuda.
"Sei sveglia.. mia compagna..." fece una voce alle sue spalle.
Si voltò e vide all'ingresso della camera un uomo dai lunghi capelli castani "Chi sei tu?"
"Il mio vecchio nome... non lo uso da tempo, non è importante... sulla terra mi chiamano tutti Deathwatch..." l'uomo le si avvicinò.
"Deathwatch? John... ci ha parlato di te! Ci ha detto che sei malvagio!" Miranda fece un passo indietro e cadde con il sedere sul letto.
"Malvagio? Ti ricordo che io ti salvato..." Deathwatch si chinò sul di lei passandole una mano sulle labbra.
"Cosa... vuoi da me?" balbettò la ragazza.
"Insieme... renderemo possibile un miracolo..." le bisbigliò all'orecchio
fine interludio

Dan premette la frizione e scalò di marcia, mettendosi in coda davanti a un semaforo rosso.
Era stata una bella fortuna trovare l'auto di servizio di Stacy davanti l'ospedale, evidentemente portata lì da qualche zelante agente di polizia: poteva muoversi rapidamente e inoltre la radio lo teneva informato.
Durante il tragitto era giunta comunicazione di altri due omicidi, entrambi, come aveva sospettato, sulla strada per giungere al porto.
Avrebbe trovato Blackout e gliel'avrebbe fatta pagare una volta per tutte... la sua mente pensava solo a questo, non al fatto che ora era un semplice umano, che anche se aveva la catena e il fuoco infernale, gli mancava la forza e la resistenza di Ghost, ma d'altra parte se come Ghost sarebbe stato vincolato a non uccidere il vampiro, stavolta l'avrebbe ammazzato con le sue stesse mani... anche a costo di morire...

"Ecco fatto!" Seer premette il tasto invio e si alzò soddisfatta, sgranchendosi le braccia "Da ora Michael Badilino esiste di nuovo! Hai un conto in banca non esattamente cospicuo, ma che comunque ti permetterà di tirare avanti finché non trovi un lavoro..."
Michael la guardò stupito "Sei davvero riuscita fare tutto questo... in cosi poco tempo?" poi lanciò un sospiro "Beh... adesso ho di nuovo un'identità... mi chiedo solo se riuscirò a iniziare una vita normale..."
"La risposta la sai già... non potrai..." fece Seer andando dietro il bancone e versandosi da bere "Perché non sei una persona normale... Tu, Dan e Blaze siete legati a trame più grandi di voi che non potete ignorare..."
"Bella fortuna... veniamo coinvolti sempre in storie in cui spesso neanche c’entriamo, rimaniamo feriti, perdiamo le persone a cui siamo affezionati..." borbottò Badilino.
"Almeno voi esistete anche al di fuori di questi eventi... io... il Sangue... esistiamo solo in funzione degli Spiriti della Vendetta..." Seer mandò giù il martini tutto in un sorso.
"Cosa intendi dire?" chiese Badilino.
"Lascia perdere..." Seer si avvicinò alla parete dove prima c'era la porta e vi poggiò l'orecchio "Sembra che qualcosa si stia muovendo... tra poco il passaggio sarà di nuovo integro..."

Dan era sceso dall'auto a pochi metri dal porto, proseguendo poi a piedi, per non farsi notare.
L'ultimo comunicato alla radio era stato di un altro omicidio a qualche chilometro da li...
Si mosse tra i capannoni con fare ramingo, guardandosi intorno, pronto a scattare appena non avesse intravisto qualcuno muoversi.
Fece un passo e sentì qualcosa di molle sotto il piede: calò lo sguardo e vide quello che gli ricordava un intestino umano.
Scostò lo sguardo disgustato.
Da lì, partiva una scia di sangue che arrivava fino ad una saracinesca mezza aperta.
Dan vi si infilò sotto ed entrò nel capannone.
Dentro era tutto buio, illuminato fiocamente solo da alcune lampade al neon sparse qua e là, che lasciavano intravedere le sagome delle enormi casse riposte lì dentro.
L'aria era intrisa dell'odore del sangue e tra le casse risuonava un suono, simile ad un rubinetto che perdeva.
Dan seguì il rumore e finì per trovarsi davanti ad uno spettacolo agghiacciante: un uomo completamente squartato, legato con le sue stesse budella ad una trave del soffitto, il sangue colava lungo le sue gambe, gocciolando poi sui piedi ed andando a raggrumarsi in una pozza nel pavimento sotto di lui.
Il ragazzo era cosi preso da quella visione, che non si accorse della catasta di casse alle sue spalle che gli stava crollando addosso.
Blackout premette un interruttore accendendo tutte le luci del magazzino, che venne cosi illuminato a giorno.
"Non ti facevo cosi avventato Ketch..." il Lilin infilò il braccio tra le casse e ne tirò fuori lo stordito Dan "… avventurarti qui nella tua forma umana... avresti dovuto avere la furbizia di diventare Ghost..."
"Io... non... sono... più Ghost..." ringhiò il ragazzo allungando un braccio verso il viso del vampiro.
Blackout lo gettò contro un pilastro prima che potesse toccarlo.
"Non sei più Ghost? Davvero un peccato..." Blackout sfoderò la spada "Avrei voluto squartarlo con questa... mi accontenterò di trafiggere il tuo cuore..."
Dan si alzò a fatica, guardando Blackout con occhi colmi d'ira "La.. spada di Foundry?"
"Oh si... Sono venuto qui per questo..." Blackout leccò la lama della spada "Però ho deciso di approfittare di questa mia nuova visita a New York per passare a farti un salutino... Ma purtroppo non eri in casa..." iniziò a ridere "Dan, Dan, Dan! Che modo di comportarsi con gli ospiti è questo? Per fortuna c'era la tua dolce fidanzatina ad accogliermi..." si leccò il mignolo "Era davvero dolce... e poi, una vergine! Avresti dovuto darti da fare prima bello mio... Però ora è tardi, ormai me la sono presa io..."
Cogliendo alla sprovvista il vampiro Dan vi si lanciò contro facendo roteare la catena che era improvvisamente apparsa nelle sue mani.
Gli anelli si strinsero intorno al viso di Blackout, che sentì le carni bruciare al tocco del fuoco infernale che avvolgeva il metallo.
Lanciando un urlo di dolore, il Lilin ghermì l'aria con la spada, ferendo alla spalla Dan, che mollò la presa sulla catena la quale svanì dopo qualche secondo.
"Tu... hai... violato... il mio viso... di nuovo!"[9] gridò Blackout con occhi spiritati, allungò un braccio e afferrò la testa di Dan con una mano.
Sollevò il ragazzo in aria e lo lanciò contro una vetrata.
Dan fini sulla banchina, con parecchie schegge di vetro che gli trafiggevano il corpo e le ossa che gli dolevano per l'impatto.
Blackout sfondò la saracinesca con una spallata e fu subito fuori anche lui: sul suo volto erano impressi i segni degli anelli della catena.
Avanzò verso Dan con la spada alzata.
La calò, ma Dan rotolò rapidamente sul legno allontanandosi da qualche metro, tra le sue mani ricomparve la catena infernale e la fece schioccare contro la mano del vampiro che perse la presa sulla spada.
Blackout gli fu di nuovo addosso e lo afferrò per il collo "Volevo farti soffrire lentamente... volevo distruggere la tua esistenza un passo alla volta...ma ora come ora, meriti solo di morire subito!"
Le fauci del vampiro calarono sul collo di Dan.
Il sangue del ragazzo iniziò a scorrere, mentre il corpo di Blackout si poggiava sul suo.
Dan sentiva le forze venirgli meno, alzò a fatica le braccia, sollevando la catena sotto il collo del vampiro.
Con un gesto rapidissimo le fece fare un giro intorno e fece un passo indietro, buttandosi in acqua e trascinando Blackout in acqua con se.
Confuso, il vampiro staccò le zanne dal collo di Dan, che al contrario strinse la presa della catena sul collo.
Blackout agitò gli artigli, ferendo il corpo del ragazzo nella speranza che mollasse la presa.
Dan sentì le ferite bruciare per l'acqua salata, ma non desisté.
Il vampiro iniziò ad agitare i piedi per nuotare fuori dall'acqua, sentiva il fiato venirgli meno, si faceva tutto scuro davanti ai suoi occhi.

Cimitero di Cypress Hills.
In tutto il mondo, stava accadendo qualcosa.[10]
Un'energia negativa si stava diffondendo...
E in quel luogo sacro, la forza oscura si stava risvegliando...
Un vento iniziò a soffiare, spazzando via la terra e rivelando uno scheletro sepolto sotto la terra.
Le ossa brillarono e d'improvviso gli organi si riformarono all'interno della cassa toracica, mentre anche i muscoli e la pelle si andavano rigenerando.
Quando il corpo fu di nuovo integro, un liquame rosso e nero fuori uscì dal suo petto e lo avvolse.
La figura si alzò e si guardò le mani "IO... vivo... ancora... io... sono immortale."
Carnage esplose in una risata.

Dan trascinò il corpo di Blackout fuori dall'acqua e lo adagiò sulla banchina.
Lo guardò e sentì la rabbia bruciare dentro, pensando a cosa quell'individuo aveva fatto a Stacy.
Era privo di sensi... ma non lo sarebbe rimasto per molto...
Dan si avvicinò alla spada che era stata lasciata cadere dal vampiro, la raccolse e poi tornò al fianco di Blackout.
Sollevò la spada in aria.
La lama brillò mentre il fuoco infernale l'avvolgeva.
La calò al centro del petto del vampiro.
Schizzi di sangue si alzarono in aria, macchiando le mani e i vestiti di Dan, mentre la spada si faceva largo nella cassa toracica.
Blackout spalancò la bocca in una smorfia di dolore, lanciando un sibilo acutissimo e dimenandosi come in preda ad un raptus, ma non parve riuscire a muoversi.
"Toglila! Togli la spada!" urlò con voce alterata dal dolore.
Dan lo guardò con occhi freddi e si allontanò da qualche passo.
Lanciò un'ultima occhiata al nemico immobilizzato a terra e poi sollevò in aria la mano.
La catena comparve di nuovo.
La calò con un colpo poderoso sulle assi di legno, che iniziarono a tremare e vacillare.
Infine le assi si spezzarono.
"No! No!" gridò Blackout mentre sprofondava nelle acque.
Dan si voltò, fece qualche passo e poi cadde in ginocchio.
Poggiò le mani a terra e scoppiò in lacrime

Cimitero di Cypress Hills.
Un suono attirò l'attenzione di Carnage, appena rinato.
Davanti ad una cripta era appena comparsa una porta.
Il serial killer cominciò ad espandere sotto terra i tentacoli del suo simbionte demoniaco.
La porta si aprì e ne fuori uscì Seer.
Era voltata, stava dicendo qualcosa a Badilino che era dietro di lei.
Non appena si accorse di Kasady, Badilino spinse via Seer.
Intanto i tentacoli del simbionte si erano insinuati nelle fondamenta della cripta.
Prima che Badilino potesse muoversi, la costruzione gli crollò addosso e si trovò travolto dal cemento.
"Michael!" gridò Seer, correndo per cercare di liberarlo dalla macerie.
"Oh... non cosi facilmente signorina!" ridacchiò Carnage giungendole di fronte "Ha idea da quando tempo non ammazzo qualcuno?"
La ragazza gli lanciò un'occhiata minacciosa, giunse le mani e gli lanciò contro un raggio, che però il demone evitò facilmente con un rapido salto finendo alle spalle della ragazza.
Il simbionte demoniaco afferrò la ragazza, stringendola al corpo di Carnage.
"Che pelle morbida che abbiamo..." Kasady ritirò il simbionte dal viso mostrando il suo volto e leccò la guancia di Seer.
La ragazza cercò di protestare ma un lembo del simbionte demoniaco le tappò la bocca.
Avvolta dalla sostanza rossastra, Seer fu sollevata in aria.
Il simbionte si allargò prendendo la forma di una ragnatela, al cui centro era imprigionata la ragazza.
Carnage la guardò sorridendo "Entra nella mia tela... disse il ragno alla mosca...", lame partirono dal corpo dal simbionte ferendo il corpo di Seer.
La ragazza sputò in faccia al serial Killer "Divertiti quanto vuoi... ma quando gli Spiriti della Vendetta ti troveranno ti rispediranno all'inferno da cui provieni!"
"Cara mia... Forse non te ne sei resa conto... ma l'inferno adesso è su questa terra!" così dicendo trasformò la sua mano in una lama e la conficcò nel ventre di Seer.
La ragazza scivolò a terra, boccheggiando sangue.
Carnage riassorbì il simbionte "Bah... non è stato divertente..." si guardò intorno "Sento... l'odore del sangue.. e della follia..." sulle spalle dell'uomo il simbionte prese la forma di due grosse ali da pipistrello "Questo è il mio mondo! È giunto il momento di una bella riunione di famiglia!"
E si alzò in volo, allontanandosi dal cimitero.
Il cumulo di macerie sotto cui era stato sepolto Badilino tremò.
L'uomo si sollevò, scrollandosi di dosso la polvere, si guardò intorno e notò il corpo di Seer steso a terra.
Le corse subito accanto e la sollevò.
Respirava a fatica e aveva perso molto sangue.
Si tolse la maglia e gliela legò intorno alla vita, poi la sollevò da terra e corse verso la strada, intenzionato a portarla all'ospedale più vicino.
"Non morire piccola... non morire..." mormorava l'uomo "Vedrai che andrà tutto bene... poi troverò quel mostro... e sarà VENDETTA!"

****Proxima:****
**Spiriti della Vendetta**
Spiriti di Carnage
Impazza l'inferno! Carnage Scatenato arriva a Ravencroft! Gli Spiriti della Vendetta si alleano all'uomo Ragno! Il destino di Stacy Dolan! Il ritorno di Shriker!

 

Questa storia prende piede dagli eventi di “Inferno²“#1.

Ravencroft Asylum.
Il dolce abbraccio della follia...
La mente che vaga, priva di pensieri e problemi, in un gioco continuo di luci e colori, staccata da terra, staccata dagli altri...
"Va tutto bene Frances?" fece una voce alle spalle della ragazza.
Ma la donna un tempo chiamata Shriek non l'ascoltava.
Nella sua testa, un vortice di pensieri...
Un fragile equilibrio stava per essere violato da quello che stava accadendo nel mondo.
La dottoressa Ashley Kafka scrollò la spalla della ragazza, che sembrava essere caduta in uno stato catatonico: lo sguardo fisso nel vuoto, la bocca spalancata...
D'un tratto la ragazza si mise le mani nei capelli lanciando un urlo e si inginocchiò a terra. Strinse i pugni, respirando affannosamente.
Si alzò in piedi sostenendosi ad una scrivania.
La Kafka le corse accanto.
"Tutto bene?".
La psichiatra era preoccupata: il suo ospite speciale, Kaine, il clone spregiudicato dell’Uomo Ragno, aveva dato di matto, accusando lancinanti visioni su un imminente scenario apocalittico. E tutti i suoi pazienti erano diventati terribilmente irrequieti… lei stessa compresa. Shriek non sfuggiva a questa regola: sebbene fosse stata integrata nel personale dell’istituto, era stata un’assassina e, qualsiasi cosa ci fosse nell’aria, stava innervosendo anche lei.
"Benissimo..." la ragazza sorrise e il suo corpo iniziò a brillare.
"Frances... cosa..." La Kafka fece un passo indietro.
"NON" una mano si allungò sul collo della donna "CHIAMARMI" la sollevò in aria "FRANCES!" e poi la gettò contro il muro "Io sono Sandra Deel!", urlò, riferendosi alla personalità fittizia che si era creata nei suoi giorni più oscuri.
Scoppiando a ridere, Shriek iniziò a fluttuare in aria, tenendo le braccia in avanti, dai palmi fuoriuscì una raffica di raggi che le saettò intorno distruggendo tutto quello che toccava.
La Kafka gattonò rapidamente nel suo studio privato e si chiuse la porta alle spalle.
"Speravo… non accadesse più..." ansimò "Devo contattare... Peter..."
Pensato questo, spinse lo zero e il cancelletto sul telefono più vicino, attivando una particolare sequenza numerica memorizzata…

Nei cieli di New York…
L’Uomo Ragno era a dir poco inquieto. Già si trovava in un periodo della sua vita controverso – il suo peggiore nemico, Goblin, era in libertà e la sua reputazione era stata messa in pericolo dallo Scorpione – ma questa giornata aveva dato il colpo di grazia. Dalle prime luci dell’alba il suo senso di ragno aveva iniziato a ronzare, come se fosse all’opera un pericolo sommesso ma costante. Solo verso l’una, all’esterno del Sancta Sanctorum del Dr. Strange, con i Fantastici Quattro, aveva capito cosa sarebbe successo.
Come anni prima, l’Inferno stesso si stava riversando sulla Terra.
La città stava già venendo popolata da demoni, quando il suo primo pensiero andò alla sua famiglia. Cercò di consolarsi all’idea che Mary Jane e May fossero al sicuro, a Broadway. Sarebbe voluto andare da loro, ma il suo senso di responsabilità era ancora in piedi, nonostante tutto quello che stava passando… e sapeva che i suoi concittadini avevano bisogno di lui e dei suoi poteri per aver salva la vita e la psiche.
Improvvisamente, però, sentì uno strano bip risuonare nell’aria. Proveniva dalla sua cintura: era un microscopico apparecchietto che un suo vecchio collega della vecchia Fondazione TriCorp lo aveva aiutato a realizzare, un meccanismo a metà tra il classico ragno spia e un piccolo cercapersone, sintonizzato sulle linee telefoniche, di cui solo due donne conoscevano la frequenza: sua moglie… e Ashley Kafka. Il doppio bip significava che la richiesta d’aiuto proveniva dalla psichiatra.
”Oh, no… non oso immaginare cosa può immaginare al Ravencroft in una situazione del genere” si agitò, iniziando a volteggiare verso il…

Ravencroft Asylum.
Shriek portò le mani al petto e poi le allargò, illuminandosi come una stella: una poderosa ondata di energia si riversò in tutto il manicomio.
Muri e porte caddero giù, il sistema di allarme andò fuori uso, un buon numero di guardie fu travolto dall'energia e perse i sensi.
E allo stesso tempo, in sincronia con l'ondata di energia, i poteri psichici della ragazza si muovevano tra le menti dei prigionieri: si insinuavano nella loro psiche, ne violavano i ricordi e risvegliavano il lato più oscuro.

Muovendosi tra le macerie della loro cella, Hector Lennox e Jerome Johnson, noti anche come Sinistrorso e Destrorso, si chiedevano cosa fosse accaduto...
L'iniziale stupore venne presto sostituito dalla rabbia... le loro menti tornarono al loro passato, ad un incidente in cui quasi persero la vita, dopo il quale caddero in un lungo coma da cui non sembrava esserci altra uscita che la morte... ricordarono la persona responsabile del loro coma: John Walker... sentirono l'animo pervaso da un desiderio di morte e distruzione... uccidere John Walker... ma uccidere anche chiunque altro capitasse a loro portata...
Intanto Dagny Forrester, un tempo valente scienziata, ora criminale dal grottesco aspetto, galleggiava in aria con le mani nei capelli: ricordava quando era una donna, una bella donna... prima che un esperimento la riducesse alle sembianze di un mostro... tutto per causa di suo fratello... e per l'Uomo Ragno, che si era messo in mezzo… li voleva uccidere... e l'avrebbe fatto, sì, avrebbe sciolto le loro carni... avrebbe calpestato i loro cadaveri… avrebbe camminato sopra una schiera di cadaveri… di tutte le persone del mondo...
Sotto le macerie, lo Spaventapasseri sentì l'animo invaso dalla follia di Shriek, ma era come una brezzolina confrontata con la follia che albergava nel suo cuore... le voci che sentiva gli dissero di alzarsi, di muoversi, di uccidere, ma le sue ossa, spezzate e rinsaldate storte da Ghost, gli impedivano di compiere qualsivoglia movimento: non poté fare altro che urlare come un ossesso con il peso delle mura abbattute sopra la schiena.
Ben più confuso, e allo stesso tempo inerme, si trovava il Camaleonte. Intrappolato volontariamente nelle sembianze femminili della defunta modella Sarah Finn, anche il criminale russo si ritrovava a fronteggiare il suo losco passato… e ne soffriva. Quanto male aveva fatto nel corso degli anni? E quanto ne aveva inflitto all’Uomo Ragno, la persona di cui si era scoperto innamorato negli ultimi anni? La frustrazione si stava impossessando di lui… prima c’era stato Kraven, a usarlo e denigrarlo, ignorando la stima morbosa che Dimitri nutriva nei suoi confronti… e poi Peter Parker aveva deriso i suoi sentimenti e aveva ignorato le settimane passate insieme non appena aveva scoperto la sua vera identità.[11] Nessuno lo aveva mai capito… nessuno lo aveva mai apprezzato… e qualcuno avrebbe dovuto pagare per questo… purtroppo per lui, i suoi poteri metamorfici erano pressoché atrofizzati, per vari motivi… e l’unica cosa che poteva fare, in una situazione del genere, era approfittare della confusione e fuggire via…
Mendel Stromm, dal canto suo, non sapeva cosa fare. Si vedeva catapultato in un mondo che non conosceva, che esulava dalle leggi scientifiche che avevano fatto da padrone nella sua vita. La chimica e la robotica non avevano senso, in quel contesto, e tantomeno gli sarebbero state utili. Regnava il più irrazionale dei caos, nell’istituto in rovina. E sebbene qualcosa dentro di lui lo spingesse a uccidere, a usare violenza contro il prossimo, specialmente contro l’Uomo Ragno o Goblin… l’ex Signore dei Robot decise di rimanere rannicchiato in ciò che rimaneva della sua cella, ad aspettare che la crisi cessasse.

Shriek sentiva il lato oscuro dei pazienti e dei colleghi intorno a sé, come un abbraccio di pura follia scivolava intorno al suo corpo, mentre lei rideva di gusto roteando su se stessa, assaporando quella sensazione che da troppo tempo le era negata.
”Grazie, Cloak e Dagger!!!” urlava come una forsennata, ringraziando i due vigilanti, assenti, che involontariamente avevano risvegliato i suoi latenti poteri empatici.
La strappò a quella sua estasi, un applauso alle sue spalle.
Si voltò e lo vide.
Quella figura avvolta di rosso, tinta come il sangue, le fauci a punta, gli occhi bianchi.
"Cletus... Kasady? Ma tu sei morto..." esclamò la ragazza stupita, ma allo stesso tempo divertita.
L'uomo diradò il simbionte demoniaco dal volto e mostrò il viso, avvicinandosi alla ragazza.
"Si... sono morto... ma ora sono vivo... ho ricevuto un dono che non intendo sprecare" le cinse la vita con le mani "Che ne dici di approfittarne piccola? Sei tornata pazza come piacevi a me..."
Il lato oscuro di Kasady penetrò l'animo di Shriek con una forza che nessuno aveva mai avuto, la fece vibrare quasi lacerando il suo spirito.
Il simbionte demoniaco, stimolato dalla follia e dal male di cui era pregno quel luogo, cominciò ad espandersi, allungandosi sui muri e nelle fondamenta, infiltrandosi in tutta la struttura, rendendola un edificio pulsante, ricostruendo le celle e tentando di isolare il manicomio dal resto della città.
"Dottoressa Kafka, è una follia, i detenuti sono tutti evasi dalle celle e..."
La guardia terrorizzata entrò dalla porta, sbiancando alla vista di Carnage e Shriek abbracciati.
Senza che i due neanche lo guardassero, un tentacolo dal costume di Kasady si allungò stringendogli la testa e spappolandola.

General Hospital.
"I medici dicono che le prossime ventiquattr'ore saranno critiche..." fece Jack a Dan.
Il giovane Ketch non rispose e guardò all'interno della camera di Stacy, dove la ragazza dormiva: il suo corpo era coperto di graffi e tagli, una miriade di tubi e cavi uscivano la collegavano ad una svariata quantità di macchinari.
"Dan..." Jack gli poggiò una mano sulla spalla "Mi stai ascoltando?" lo guardò negli occhi "Cosa... è successo ieri notte? Dove sei stato?"
"Ho... compiuto la vendetta..." rispose con voce piatta il ragazzo.
"Cosa... intendi con vendetta?" sussurrò Jack preoccupato.
Adrienne interruppe la discussione "Dan, vuoi andare da tua madre? Rimaniamo noi qui da Stacy..."
Dan fece un cenno con la testa e si diresse verso la stanza della madre, tuttavia fu attirato da una figura in piedi di fronte la porta di una stanza : era Badilino.
Gli si avvicinò "Michael.. che ci fai qui?"
L'uomo lo guardò: aveva gli occhi rossi e le sopracciglia aggrottate "Seer... sta morendo..."
Dan sbarrò gli occhi "Cosa? Chi… perché..."
"Carnage... non so... è tornato in vita... e l'ha praticamente squartata..." mormorò l'uomo guardandosi le mani: nel pugno destro stringeva la maschera nera con la V rossa "E io... non ho potuto fare niente..."
Dan osservò la porta chiusa "Andiamo a prenderlo..."
"Vi consiglierei di farlo di corsa..." dietro una grossa pianta era comparso il Custode, aveva le braccia incrociate sul petto e teneva una sigaretta spenta tra le labbra "In questo momento è arrivato a Ravencroft... e potete scommettere che sta per scoppiare un bel casino..."
"Tu? Dove diavolo sei stato fino ad ora?" chiese Badilino.
"Ho avuto altro da fare...e anche tutt'ora ho solo preso una pausa per venirvi ad avvertire..." aprì la porta alle sue spalle "Sta cominciando un momento di crisi per l'intero pianeta, i demoni stanno arrivando... vi consiglio di stare attenti... Carnage in questo momento è un ibrido tra demone e uomo... il demone che è legato a lui ha come contatto sulla terra il suo corpo rigenerato... dovete riuscire a separarlo dal demone e distruggere il suo corpo con il fuoco infernale..." Entrò nella porta e sparì.
"Lo odio quando fa così..." esclamò Dan.
"Ravencroft ha detto... beh… sbrighiamoci..." Badilino indossò la maschera che gli aveva lasciato Seer e ne passò un'altra a Dan.
"E che ci dovrei fare?" chiese il ragazzo.
"Indossarla, semplice no?" fece Badilino dirigendosi verso l'uscita.

Intanto qualcosa si muoveva sotto l'ospedale.
Nelle tenebre, una schiera di creature simili a dei giganteschi insetti, si preparavano ad una caccia.
Erano demoni e le loro prede sarebbero state tutti gli umani dell'ospedale.

Ravencroft Asylum.
Kaine era ormai ospite da tempo di questa struttura. Già dal primo mattino aveva iniziato a dare di matto, a causa di quello che stava accadendo… tutti i suoi demoni interiori (non pochi, visti gli omicidi di cui si era macchiato anni prima) stavano venendo a galla, ma con molta difficoltà stava riuscendo a tenerli a bada. Un aiuto in questo venne proprio dal voltafaccia di Shriek: non poteva credere a quello che stava succedendo… sapeva solo che c’era bisogno di lui, e ciò l’aveva fatto momentaneamente rinsavire.
Capiva che era Frances Barren ad amplificare il male presente nell’aria… e fu da lei che si diresse per prima, faticando poco per trovare l’epicentro del disastro.
”Frances! Cosa diavolo stai facendo!?” le saltò addosso.
”Oh, Kaine, caro” lo salutò con una inevitabile scarica sonica, spedendolo agli antipodi del corridoio. “Conosci mio marito, vero?”
”Oh mio dio… Carnage” lo riconobbe alle spalle della donna, quando riaprì gli occhi.
”Bene, così saltiamo i convenevoli. Sai una cosa, Kaine? Mi hai deluso… quando mi hai portata a letto, mi sono illusa che fossi l’uomo giusto per ricostruire la mia famiglia” gli si avvicinava pericolosamente, mentre il Ragno cercava ancora di riprendersi dall’attacco che aveva ricevuto in pieno “ma mi sbagliavo… nei giorni successivi mi hai bellamente ignorata, confermandomi di essere stata usata come oggetto… e adesso che ho Cletus, non avrò rimpianti a ucciderti e punirti per quello che hai fatto!”
”Ti piacerebbe!” saltò via l’arrampicamuri, evitando la seconda scarica. Sebbene sapesse che Shriek era un fattore fondamentale nella crisi, non poté fare a meno di notare tutti i folli criminali che stavano fuggendo dalle celle verso le uscite. “Ne riparleremo… adesso ho qualcosa di più importante da fare!” balzò via, inseguendo la fuggitiva Pyromania come fosse una rana impazzita.
”Certo che ne riparleremo” sussurrò tra sé la donna.
”Lo uccideremo con calma” la rassicurò Carnage “è una progenie dell’Uomo Ragno… e come tale merita la morte”
”Fermi dove siete!!!” urlarono alle loro spalle i due più importanti inservienti del manicomio: Edward Whelan e Malcolm McBride.
”Oh, i miei dolci figlioli…” sorrise Frances Barren.

Dal lato opposto rispetto a dove in quel momento si trovava il Ragno Nero, tre poliziotti si facevano scudo dietro le loro macchine, mentre Corona e il Signore della Vendetta davano sfogo a tutta la loro ira, distruggendo ciò che c'era intorno a loro.
D'un tratto la donna puntò con uno dei suoi raggi l'auto dei tre, che si disfece in una massa di liquame.
Il Signore della Vendetta si lanciò allora verso gli uomini, ma una catena gli cinse il collo, trascinandolo contro un albero e facendogli perdere i sensi non appena la sua testa cozzò contro la corteccia.
Badilino giunse le mani, allargandole a conca, e una fiammata volò verso il cielo travolgendo Corona, che cadde a terra.
"Come avete osato..." biascicò la donna, cercando di alzarsi.
Prima che si sollevasse, Dan la colpì con un pugno in volto, stendendola a terra.
"Non ti facevo tipo da colpire una donna..." mormorò Badilino.
"Le cose cambiano..." fece Dan.
Entrambi indossavano le maschere che aveva cucito Seer; alzarono lo sguardo verso il Ravencroft, le cui mura sembravano quasi pulsare come un cuore.
"
È lì dentro… entriamo!" esclamò Dan, ma prima che si potesse muovere, qualcosa gli afferrò la testa e lo lanciò in aria.
"Ma che caz---" Badilino si voltò e vide che alle loro spalle era comparsa una creatura dalla pelle verde, dalla stazza imponente, con lunghi capelli azzurrini, dal cui corpo uscivano delle lunghe punte aguzze, dalla sua bocca usciva una scia bava e un suono:
"Fameeee..."
Spalancò le fauci cercando di mordere Badilino, ma l'uomo fece un salto indietro e gli lanciò contro una fiammata...
Mentre il volto del mostro prendeva fuoco, Dan gli corso incontro, facendo sibilare la catena nell'aria e una raffica di anelli volò verso di lui, trafiggendogli il corpo.
La creatura accadde a terra priva di vita.
"Cos'era?" si chiese Dan.
Badilino guardò verso la città.
"Demoni.. la città... sembra esserne piena... quello che sta succedendo al Ravencroft li attirerà come mosche al miele!” disse con inquietudine.
"Allora sbrighiamoci!" esclamò Dan dirigendosi verso uno squarcio nel muro dell'istituto.

General Hospital.
Intanto l'ospedale era caduto nel caos.
Le luci erano saltate e i demoni insetto avevano cominciato la loro invasione.
Erano entrati dagli scantinati, facendosi largo fino al piano terra.
La prima infermiera che se li era trovati davanti aveva avuto giusto il tempo di lanciare un grido, dopodiché tre dei grossi insetti le erano saltati addosso e avevano iniziato a lacerarne le carni, poi si era fatta avanti quella che era la regina del branco, che aveva pasteggiato coi resti della donna.
Nel buio, risuonava il rumore dei passi delle creature, uniti a loro squittii striduli e alle urla di terrore degli ospiti dell'ospedale.
Un dottore stava correndo per mettersi in salvo, inseguito da una frotta di creature, quando mise un piede in fallo e scivolò a terra.
Gli insetti gli furono subito addosso, pronti a ucciderlo.
D'un tratto l'uomo sentì un liquido caldo sul volto, seguito da uno stridulo vagito.
Innanzi a lui era comparsa una figura vestita di nero, simile ad un'ombra, che trafisse i corpi delle bestie con una spada.
Poi lo prese per mano e lo spinse dentro la stanza di Frances Ketch, dove si trovava un folto gruppo di individui.
Jack, che in quel momento indossava i panni del vigilante Shriker, si guardò intorno, chiedendosi cosa fosse accaduto: era al bar con Adrienne quando era cominciata l'invasione di quei demoni, e adesso stava cercando di mettere in salvo il maggior numero di persone.
Ma il suo obiettivo principale era raggiungere la camera di Stacy e mettere in salvo anche lei: sapeva che le fosse successo qualcosa, Dan ne sarebbe potuto morire.

Ravencroft Asylum.
Malcolm McBride gridava come un ossesso.
Era legato al muro dal simbionte demoniaco di Carnage e davanti al lui vi era Shriek, con le mani poggiate sulla sua nuca.
"
È inutile... per quanto scavi… non riesco a trovare niente..." ringhiò la ragazza e colpì il volto di Malcolm con il dorso della mano "È stata la bontà della tua mammina, vero? Ha cancellato completamente il mio amato figlioletto!"
Il simbionte sollevò in aria il ragazzo, Kasady vi si avvicinò, trasformando il proprio pugno in una lama.
"Sei completamente inutile figliolo... hai deluso il paparino…"
"Non è colpa sua..." ringhiò Shriek "
È stata la Kafka... gli ha fatto quello che ha fatto a me... ci ha convinti che fosse sbagliato quello che facevamo…"
"E allora è lei che dovremmo punire..."
Kasady gettò Malcolm su una catasta di corpi di guardie morte, il ragazzo rabbrividì e svenne.
”Su di lui c’è più da lavorare, invece” informò Frances il suo consorte, mentre stringeva tra le mani il volto tumefatto di Edward Whelan “… ecco!!!” urlò soddisfatta, mentre il ragazzo si trasformava nel mostro che l’aveva reso il Barone Zemo… l’incarnazione del suo lato oscuro… Vermin!!!

Chiusa nel suo ufficio, la Kafka si chiedeva quale fosse la situazione fuori, aveva sentito urla e grida, oltre la spessa porta su cui era poggiata giungeva tutto confuso.
Mentre pregava che l'Uomo Ragno e il Ragno Nero salvassero la situazione, dagli stipiti della porta iniziò a colare il simbionte.
Se ne accorse solo quando le gocciolò addosso: cercò di scappare, ma il demone le strinse il corpo e la tirò fuori dall'ufficio sradicando la porta.
"Salve dottoressa... è da molto che non ci vediamo..." esclamò divertito Kasady.
La Kafka sbiancò nel trovarsi davanti il mass murderer più pericoloso che avesse mai conosciuto.
"Tu... sei morto..."
"Possibile che diciate tutti la stessa cosa?" lamentava, mentre i suoi tentacoli saettarono intorno al corpo della donna, lacerandone parte dei vestiti e aprendole ampie ferite su tutto il corpo "Ti sembro morto? Sono più vivo che mai… neanche la morte può fermare il male, la follia, la rabbia!"
"No…" una lacrima scivolò dalla guancia della Kafka: il ritorno in vita di Carnage era la negazione di tutto ciò in cui credeva.
"Invece sì..." sussurrò Shriek, giungendole alle spalle e carezzandole il volto. "Lui è vivo... e io sono tornata me stessa... la donna che eri quasi riuscita a nascondere… non hai capito che è qualcosa che non si può fermare? Il ciclo di odio e distruzione che noi incarniamo... vive in eterno..."
"A differenza di te!" esclamò Carnage calando la mano verso il petto della donna.

General Hospital.
I demoni insetto erano arrivati alla stanza di Stacy.
Si avvicinarono al letto in cui la ragazza dormiva: le loro menti semplice non capivano bene il perché, ma erano state attirati lì proprio da quella ragazza.
La regina si fece largo tra di loro, salendo sul letto.
Sentiva che quella che aveva da avanti era una preda di raro valore.
Allargò le fauci.
Stacy sbarrò gli occhi mostrando le iridi rosse e allungò una mano afferrando il collo della regina.

Ravencroft Asylum.
Man mano che Ketch e Badilino si addentravano nell'istituto, l'ambiente diventava sempre più inquietante.
Le luci lampeggiavano e le ombre delle macerie si allungavano sui muri, qua e là c'erano sparsi i corpi privi di sensi di guardie, ma anche di prigionieri che non si erano rivelati abbastanza resistenti.
D'improvviso una figura comparve alle spalle di Dan e Michael, colpendoli entrambi.
Si voltarono trovandosi davanti il criminale noto come Stone: aveva gli occhi spiritati, i denti stretti in un ringhio e dai lati della bocca gli colava una bava bianca.
Dan allungò subito la catena, ma Stone la evitò, ficcò i pugni nel pavimento e questo crollò , facendo cadere i presenti al piano di sotto.
"Non mi tornano i conti!" fece Badilino, rialzandosi a fatica "Ho letto il file di questo tizio... e non sapevo che fosse dotato di super forza..."
"C'è qualcosa qui dentro... che risveglia il lato oscuro degli internati... e che ne aumenta i poteri..." mormorò Dan.
”Sarà così, ma non ci faremo ostacolare da un tipo del genere” sentenziò Michael. Il suo amico capì l’antifona e, con una sincronia insospettabile, entrambi colpirono con un calcio il volto di Stone che, dopo qualche passo incerto, crollò esamine sul suolo con un tonfo.
”Bene… andiamo avanti, ogni secondo è prezioso” lo incitò Dan.

General Hospital.
Jack entrò di corsa nella stanza di Stacy e trovò la ragazza in piedi davanti alla finestra.
Il ragazzo si tolse la maschera "Stacy?"
La ragazza si voltò e lo guardò sorridendo.
"Tutto bene?" chiese facendo un passo avanti.
"Tutto bene...?" la ragazza si passò un dito sotto il labbro asciugandosi un liquido che le colava sul mento, che, al buio, Jack non poté identificare.
"Hai visto... questi mostri?" fece il ragazzo.
"Mostri?" Stacy si leccò il dito e poi tornò a guardare la finestra "No... nessun mostro..."

Ravencroft Asylum.
"Che fai?" chiese Shriek "Perché ti sei fermato?"
"Sta arrivando qualcuno…" mormorò Carnage, con la lama ferma ad una spanna dal ventre della Kafka. "Li sento... sono praticamente qui..."
In quell'esatto momento, con una sincronia che non avrebbero saputo ottenere volontariamente, da tre diversi punti entrarono l'Uomo Ragno - dal lucernario dello studio, da dove era sempre entrato per fare psicoterapia con Ashley -,  Kaine - dall’entrata privilegiata che aveva all’interno dell’istituto, come ospite segreto - e Dan e Badilino - dall’entrata principale della stanza, come avevano già fatto i criminali.
"Cara… abbiamo ospiti! Apparecchia!" ridacchiò Carnage.
”Porca pupazza!! Carnage?!” urlò sconvolto l’Uomo Ragno. Aveva assistito da vicino ai suoi ultimi momenti… a cui non associava ricordi piacevoli, tra l’altro.[12]
”Ben arrivato, Spidey! Abbiamo bisogno di aiuto!” lo accolse ad alta voce Badilino.
”Ci conosciamo?” chiese velocemente il tessiragnatele, non riconoscendo i due colleghi mascherati.
”Noi due sì, e garantisco io per lui… ma saltiamo i convenevoli!” chiuse il discorso Dan, esortando tutti a fermare Carnage.
”Ciao, Kaine… mi dispiace rivederti così!” salutò il suo clone l’arrampicamuri.
”Ne parliamo dopo” bofonchiò Kaine, coperto solo dalla sua maschera da Uomo Ragno nero.
”Pensate forse di poterci fermare?” li sfidò Carnage, facendo espandere inverosimilmente i suoi filamenti demoniaci, ad avviluppare gli eroi. “Questa è la nostra nuova casa… nessuno porterà via né noi né i nostri ospiti… nessuno uscirà vivo di qui” sentenziò Cletus Kasady.
Gli eroi cercarono di evitare di essere catturati. Inutilmente.
”Se solo fossi il vecchio Ghost” si rammaricava Dan Ketch, come non avrebbe mai pensato di poter fare.
”E io Vendetta” gli fece eco Michael, l’unico ad averlo sentito.
”Forse non dovrei essere proprio io a dirlo” gridava l’Uomo Ragno, la cui moglie era stata letteralmente riportata in vita “ma… i morti dovrebbero restare morti!!” continuava a gridare, buttandogli contro, con tutta la sua forza, un mobile dello studio, che si infranse come se fosse di polistirolo.
I tentacoli di Carnage si strinsero intorno al collo dei quattro, davanti agli occhi gonfi di lacrime di Ashley Kafka, totalmente inerme.
”Caro… non ucciderli subito… lasciami divertire…” gli chiese Frances Barren.
”Sì… mettili l’uno contro l’altro, come solo tu sai fare!!!” si eccitò all’idea Carnage, ritirando i suoi filamenti.
Shriek si posizionò di fronte agli eroi feriti, si concentrò ed espanse la sua sonda psichica nei presenti; entrò negli animi degli Spiriti della Vendetta e dei Ragni, scavando nel più profondo della loro psiche.
Davanti gli occhi di Dan apparvero Frances, Stacy, Barbara, Jennifer... le vedeva in agonia, le vedeva sofferenti, senza che lui potesse fare niente per aiutarle, lacerato dal dolore per la propria impotenza... e poi vide il Custode, Zarathos, Hellgate… tutti quelli che l'avevano usato e manipolato... e li odiò… odiò loro e tutti quelle persone che, mentre lui soffriva, continuavano a vivere felicemente le loro vite… pensò a Blackout… pensò a come l'aveva ucciso... pensò al suo sangue...
Badilino ricordò gli occhi del padre, mentre uccideva sua madre e sua sorella... ricordo l'intenso odio per l'uomo, odio che poi avrebbe riversato su Zarathos e Ghost... ricordò la follia estatica di cui era preda nei panni del demone Vendetta… ricordò il sottile piacere che aveva nell'uccidere i criminali, che altro non era che una continua valvola di sfogo per il suo odio... che non si era mai placato, ma continuava a crescergli dentro... e adesso stava di nuovo per uscire.
Kaine rivisse in pochi secondi un’intera esistenza di dolore e di stenti… la prima delusione, lo Sciacallo che lo aveva creato, lo aveva poi ripudiato perché imperfetto… aveva dato tutta la colpa a colui che considerava il vero Peter Parker, colui che era stato indirettamente colpevole della sua nascita… Ben Reilly… lo seguì ossessivamente, fino a Salt Lake City… dove compì il suo primo omicidio… l’unica donna che avesse amato e che lo avesse amato, Louise Kennedy… da lì, una spirale di sangue e violenza che aveva colpito molti innocenti, con l’assurdo intento di far incolpare Reilly di quelle morti… poi la rabbia nello scoprire che Ben era un clone come lui, e nel vederlo tornare nel mondo dei vivi sfruttando il suo corpo… l’indolenza del vero Peter Parker, che non gli aveva mai perdonato i suoi crimini… adesso gli era chiaro: non avrebbe mai potuto lavarsi le mani del sangue di cui si era macchiato! Era colpa dell’Uomo Ragno se egli stesso era stato creato ed aveva ucciso… e la morale che aveva ereditato da Peter gli imponeva un unico imperativo: che Peter stesso pagasse per quelle morti!
Peter Parker, dal canto suo, era reduce da un’assurda avventura che lo aveva portato a scontrarsi con Goblin ad ogni livello, mettendolo di fronte a tutte le sue paure, i suoi rimorsi e i suoi rancori… e ne era uscito vittorioso, almeno a livello mentale. Certamente, l’idea che Norman Osborn fosse a piede libero e stesse ricominciando a distruggere la sua vita lo riempiva di rabbia, ma… non si sarebbe lasciato andare… non solo per il suo senso di responsabilità… ma anche perché oggi si sente osservato, come se una Forza esterna lo stesse giudicando per il suo operato… quindi si scrollò dalla mente i cattivi pensieri che Shriek gli stava instillando, ed alzò la testa.
L’Uomo Ragno si guardò intorno: Kaine, Dan e Badilino erano voltati verso di lui, coi pugni stretti, ringhianti.
"Santo cielo… fa così anni ottanta..." mormorò l’arrampicamuri, mentre gli si lanciarono contro.

La storia prosegue su L'Uomo Ragno #33!

  

 

 

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****Proxima:****
**Spiriti della Vendetta**
Transwar: Prologo
Un'avventura a Solo di Blaze! Ritorna il circo Quentin, scopriamo i legami tra il Sangue e i Translord e molto altro!

 

#33 - SPIRITI DI CARNAGE 

(seconda parte)

di Mickey & Xel aka Joji

 

”Son luce ed ombra; angelica farfalla o verme immondo,
sono un caduto cherubo dannato a errar sul mondo,
 o un demone che sale, affaticando l’ale verso un lontano ciel.”
Arrigo Boito, “Dualismo”


 

N.B. Questa storia si ambienta dopo Inferno² #1 e Spiriti della Vendetta #7.

Ravencroft Asylum, ore 15.
L’Uomo Ragno sentiva da stamattina che non avrebbe trascorso una giornata normale. Le prime conferme le ha avute quando ha incontrato i Fantastici Quattro che indagavano su un misterioso fenomeno… e la conferma definitiva l’ha avuta quando, poco dopo aver visto la Donna Ragno intrufolarsi nell’impenetrabile Sancta Sanctorum del Dr. Strange, ha assistito smarrito al nuovo avvento dell’Inferno: centinaia di demoni, adesso, scorrazzano per New York.
Sarebbe andato subito da sua moglie e sua figlia se la dottoressa Ashley Kafka non l’avesse contattato sulla linea d’emergenza, facendolo piombare nel manicomio criminale da lei gestito. Prevedibilmente, la struttura era sottosopra, visto che tutti, tra inservienti e pazienti, si sono scatenati. E’ qui che ha incontrato gli Spiriti della Vendetta e il suo clone Kaine che, sotto il malefico influsso di Shriek, sono diventati vittime del proprio lato oscuro e stanno per sfogare le loro pulsioni su di lui…
- Fermi, ragazzi… non mi sembra proprio il caso – cerca di sdrammatizzare, ma in realtà sta egli stesso combattendo contro gli impulsi negativi che Frances Barren (o Sandra Deel, che dir si voglia) sta amplificando nella sua mente.
Kaine ruggisce - anche se la sua bocca spalancata non si riesce a vedere, sotto la maschera nera – e salta addosso al suo fratello genetico, con l’intento di picchiarlo.
- Kaine, no! Non ha senso, lo capisci!? – gli urla Peter, evitando i pugni del suo clone.
- Tu dici!? Quante volte sei venuto a trovarmi, eh? – riesce a colpire la mascella del vero Arrampicamuri. – Mi hai solo convinto a rinchiudermi in un manicomio criminale, ecco cosa fai a chi ti dà fastidio! Ti dice niente Sarah Finn?!
- Farò orecchie da mercante, Kaine… so che è Shriek a metterti in bocca queste parole! Prima D’Spayre, poi Glitternight, adesso lei… non farti sempre mettere nel sacco da chi vuole il tuo male!
Occupato com'è con Kaine, quasi non sente il pizzicore nella testa: per sua fortuna si accorge del senso di ragno e si scosta giusto un attimo prima che la catena dello Spirito della Vendetta chiamato Dan Ketch gli sfondi la testa con la sua catena.
Con una rapida capriola all'indietro, l'Uomo Ragno si attacca al muro - Tre contro uno non vale! Dov'è l'arbitro?- e premendo sui suoi lancia ragnatele spruzza un getto di tela sui suoi avversari.
Ma Michael Badilino, ex luogotenente, ex demone, ex morto, porta rapidamente innanzi le mani e allarga una fiammata che intercetta la tela incenerendola.
- Su, ragazzi, è logico che Kaine se la prenda con me… ma a voi che ho fatto??- esclama, saltando da un'altra parte della stanza per evitare la carica del gruppo.
L'Uomo Ragno non sa che i traumi recenti e passati di cui sono stati preda i due Spiriti della Vendetta hanno lasciato ferite nel loro animo pari a quelle causata a lui da Norman Osborn, e in quel momento è come se Shriek avesse buttato sale su quelle ferite, facendo esplodere il dolore in un vortice di furia e violenza omicida.
Michael Badilino, che ha perso tutto nella vita, che ha trovato un significato solo nella morte, che è stato resuscitato per essere una pedina e che ha visto impotente cadere l'amica Seer, e Dan Ketch, erede di una maledizione che gli ha portato via la sorella, la madre e tante persone amate e che ha costretto in un letto d'ospedale la sua ex ragazza Stacy.
Con Kaine formano una forza inarrestabile: per quanto aiutato dal suo senso di ragno, non potrà riuscire ad evitarli per molto tutti e tre.
- Oh, be’... facciamo contento il mio dentista... – scherza, gettandosi contro tutti e tre: almeno in un confronto ravvicinato Dan e Michael non potranno usare liberamente i loro poteri.
Non si tratta di una vera e propria lotta, è una zuffa, al pari di quelle tra gli ubriachi, dove i colpi vengono piantati a caso con un ritmo frenetico e senza alcuna strategia.
Il Ragno riesce ad afferrare Badilino per la maglietta, lo solleva da terra e lo scaglia con violenza contro una parete: l'urto è tale che l'uomo ricade a terra perdendo i sensi.
Alle sue spalle Dan Ketch ha tutto il tempo di avvolgere la sua catena attorno il collo dell'eroe per impedirgli ogni movimento.
- Ok, mi avete preso... al prossimo turno sto sotto io!- biascica il ragno, sente che il fiato inizia a mancargli.
Approfittando dell'immobilità dell'avversario, Kaine inizia a tempestarlo di pugni allo stomaco.
- Asp---. - non riesce a parlare talmente è serrato il ritmo dei colpi che riceve.
- E' inutile, Peter... strapperò la tua vita dal tuo corpo…  è il mio desiderio più oscuro e recondito... magari poi mi pentirò, ma adesso mi sento libero di agire senza remore...  ho già ucciso in passato, e un morto in più non peserà sulla mia coscienza…

Ravencroft Asylum, ore 15:30.
Ashley Kafka osserva la scena seduta a terra.
Davanti ai suoi occhi sembra tutto così... irreale.
Kaine sta attaccando Peter con tutta la rabbia e il rancore che cova dentro... rabbia e rancore che lei era convinta di averlo aiutato a seppellire durante le ore di seduta… e invece erano state soltanto assopite...
Si sente inutile…
Sono sprofondati nella follia più totale...
Alza lo sguardo e vede la schiena di Kasady, che osserva con fare trionfante gli eroi picchiarsi a vicenda.
E' lui... lui che contraddice tutto ciò in cui crede... vivo e più forte che mai… mentre le sue vittime giacciono sotto terra... che giustizia c'è in questo? Che senso ha lottare se il male torna ogni volta? A cosa servono le parole che spende nelle innumerevoli sedute con i suoi tanti pazienti... se poi continueranno sempre per la loro strada?
Si alza stentatamente sulle gambe tremanti e lancia un'occhiata mista di astio e tristezza all'uomo.
- Tu... perché continui a tormentarci?- grida, indicandolo con una mano.
Carnage si volta: ha un'espressione divertita stampata sul volto.
Allunga i filamenti del suo simbionte fino ad avvolgere Ashley.
- Io? Oh mia cara Kafka… io esisterò sempre!
Shriek lo abbraccia.
- Non capisci? Lui non può morire... lui vive da sempre dentro me, dentro te… dentro tutti...
Ashley sente una lacrima calda sulla guancia.
- Perché? Allora è stato veramente tutto inutile?
- Perché sono eterno! - grida Carnage, mentre la sua controparte demoniaca avvolge la donna - Sono la follia che serpeggia nella mente umana, sono l'anima oscura che attanaglia il cuore, io sono l'incarnazione in terra del demonio!
Carnage si proietta in avanti, portando il volto innanzi a quello di Ashley.
 Hai capito ora... che vincerò in eterno?
Ashley lo fissa in quelle enormi orbite bianche, come se lo stesse vedendo per la prima volta... come se per la prima volta sprofondasse in quell'abisso di follia che è la mente del serial killer...
Prova l'abbraccio caldo della totale irrazionalità... e ne viene tentata…
- Lo senti, Ashley? Lo senti? Questo sono io… e questo sei anche tu... diventane parte anche tu...
Diventare parte della follia... diventare parte di Carnage... diventare parte di tutto ciò che ha sempre combattuto...
Ashley si morde un labbro.
-No!
Il simbionte demoniaco si dirada: ha cercato di penetrare l'animo della donna, indebolendo la sua fiducia in se stessa, ma non c'è riuscito.
- Io... non credo che tu abbia mai vinto... - mormora la donna - Io credo… che tu sia sempre stato sconfitto... sul piano fisico… ma soprattutto su quello morale... perché tu, Kasady... - sorride - … non hai valori, non credi in nulla... mentre io, l'Uomo Ragno… e tutte quelle persone che lottano per migliorare il mondo... noi... siamo quelli che hanno vinto davvero...
- Tsk - con un gesto stizzito Carnage cala il braccio e una lama si allarga verso il petto della donna, trafiggendola e sbattendola contro un muro.
Ashley lancia un mugolio confuso e ricade a terra, mentre sotto di lei inizia ad allargarsi una chiazza di sangue.
- Hai vinto tu, Ashley cara? Non si direbbe! Questo a me sembra un bel game over! - Kasady esplode in una risata a cui si unisce Shriek.
- Ashley, no!
L'Uomo Ragno vede la scena ad un paio di metri di distanza: punta i talloni a terra e ruota con una mossa rapida su se stesso, spostando Dan Ketch di fronte a Kaine. Il Ragno Nero, quasi neanche rendendosi conto che il suo bersaglio è stato sostituito, pianta un poderoso pugno alla base della schiena di Dan, che, lanciando un grido di dolore, lascia la presa sul collo dell'uomo Ragno. Il pensiero di Peter va subito ad Ashley, vorrebbe correre a vedere come sta, ma il suo clone non gli dà tregua e, ripresosi dallo smarrimento, gli è di nuovo addosso.
Badilino si alza da terra, massaggiandosi la testa, il colpo che gli ha inferto l'Uomo Ragno è stato davvero duro, ma gli ha permesso di ritornare in sé. Guarda davanti a sé e vede la donna morente. La sua mente torna subito a Seer, alla visione del suo corpo a terra privo di sensi.
- No!- grida l'uomo correndo al fianco della Kafka.
La sorregge tra le braccia: è così fredda...
- Non di nuovo... non di nuovo...- ripete, mentre le poggia le mani sul petto in un innaturale tentativo di fermare l'uscita del sangue, spinto più dall'agitazione che da altro - Non come Seer... non come Rebecca…[13]
- Che idiota... questi eroismi mi fanno sentire male!- ringhia Carnage, allungando i tentacoli scarlatti verso di lui - Tra poco andrai a farle compagnia...
Il corpo dell'uomo inizia a fiammeggiare di una luce brillante e il simbionte si ritira.
- Com'è possibile!?- Kasady strabuzza gli occhi - La mia controparte demoniaca non soffre gli effetti del fuoco, tuttavia… teme quella fiamma più di ogni altra cosa - afferra Shriek e si allontana rapidamente
Badilino si guarda confuso le mani. Non capisce cosa stia succedendo: su entrambi i palmi sono comparsi i simboli del medaglione del potere.
Il fuoco infernale non ha mai brillato in questo modo! Possibile che l'Inferno l'abbia in qualche modo amplificato?, si meraviglia, mentre le lingue di fuoco si allargano e avvolgono il corpo di Ashley, sollevandolo in aria. Le fiamme entrano nella ferita, espandendosi in tutto il corpo, e poi infine, si estinguono, lasciando scivolare il corpo della dottoressa tra le braccia.
Ashley apre gli occhi.
- Cosa... è successo…?
- Vorrei saperlo anch'io, dottoressa... ora pensi solo a riposarsi... - mormora Badilino adagiandola a terra.
Si volta verso il punto in cui sono scappati Shriek e Carnage. E' successo qualcosa ai miei poteri, ma non è questo il momento di pensarci su: il mio pensiero primario deve essere la Vendetta!

I pochi guardiani rimasti dell’ala di xenobiologia sono tutti riversi per terra. Il Ragno Nero – non possono saperlo, ma è il secondo, in realtà… non si tratta di Kaine - sta picchiando con violenza sulla camera di stasi in cui è recluso il simbionte alieno. Colpendo con tutta la sua forza nello stesso punto, riesce ad incrinare il vetro infrangibile e a mandare in pezzi l’intero tubo. La creatura lo osserva, come stordita. L’arrampicamuri apre le braccia, in segno di accoglienza. Qualche attimo dopo, un lacerante urlo di dolore parte dal vigilante, dal momento che l’alieno si sta riunendo a lui… e l’instaurazione del rapporto mutualistico non è mai indolore.
Questa visione permette per poco di distrarre i demoni che albergano nella mente di Connors e Morbius, che assistono inermi alla rinascita di… Venom!!
L’antieroe si volta verso di loro, come se avesse già avvertito la loro presenza, e mostra la sua dentatura disumana, la sua enorme lingua bavosa che rotea tra le fauci…
- Salve, signori… che ne direste se vi mangiassi il cervello?
Lizard e Morbius si scambiano uno sguardo eloquente e scappano immediatamente. Riusciranno a sconfiggere i propri demoni? Forse prima dovranno riuscire a sconfiggere quelli veri…
- Non è possibile… sentiamo che Carnage è ancora vivo… dobbiamo accertarcene – diventa improvvisamente consapevole Venom, seguendo i suoi istinti alieni che lo guideranno fino al…

Ravencroft Asylum, ore 16:00.
- Ci ha raggiunti!- ringhia Kasady vedendo che Badilino è arrivato al loro cospetto.
I pugni dell'ex luogotenente si infuocano di una fiamma scura.
- Non farai del male al mio amato! - grida Shriek, lanciando un colpo sonico verso l'uomo.
Badilino lo schiva saltando di lato, ma si trova addosso Dan, che in qualche modo è stato spinto da Shriek ad attaccarlo.
Gli occhi del compagno iniettati di sangue, lo fissano con furia omicida. Dan rotea la catena in aria e la lancia verso Michael.
Badilino scosta la testa prima di venire colpito e la catena crepa il muro alle sue spalle.
- Non è mai stato così forte... forse adesso eguaglia Ghost... anche il suo potere è aumentato, però non sembra averne piena coscienza... - l'uomo ripensa all'inaspettata evoluzione del suo potere che gli ha permesso di guarire il corpo di Ashley Kafka… e allora decide di provare un'ultima carta.
Allunga una mano e afferra il volto di Dan, dopodiché la fiamma di un colore accesso si allarga come a penetrargli nella testa.
La mente del ragazzo in quel momento è un focolaio di pensieri irrazionali: le frustrazioni e i dolori di tutta una vita tornati a galla per mano di Shriek vengono in un attimo quietati dall'effetto del fuoco. Dan lancia un urlo e, quando Michael lo lascia ricadere a terra, la sua mente è di nuovo sana.
- Ma come ci sei riuscito?!
- Non lo so, forse è l'effetto dell'Inferno... starà influenzando i nostri poteri...- dice Badilino poco convinto: i poteri di Dan sono semplice aumentati, mentre i suoi si sono evoluti in qualcosa di completamente nuovo.
- Aiutiamo l'Uomo Ragno!- esclama d'un tratto Dan - Solo unendo le forze potremo fermare Carnage!
I due Spiriti della Vendetta raggiungono rapidamente l'Uomo Ragno e il Ragno Nero.
Occupato a colpire con furia omicida l'odiato originale, Kaine non percepisce l'avvicinarsi dei due, che lo agguantano facilmente bloccandolo a terra.
- Adoro questi improvvisi colpi di scena...- commenta confuso l'arrampicamuri per eccellenza, ancora intontito per i colpi del clone.
Badilino lascia penetrare la fiamma nella mente di Kaine: è un lavoro più duro rispetto a quello nella testa di Dan, i traumi che sono esplosi sono molto più profondi e contorti... ma alla fine anche il Ragno Nero viene riportato all'apparente razionalità.
- Scusami, Peter… non so cosa mi sia preso… - sentenzia, non troppo convinto, Kaine.
- Me ne ricorderò quando farò la lista dei regali di Natale!- risponde l’Uomo Ragno, cercando di sdrammatizzare.
- Questo fuoco infernale sarebbe l'ideale per riportare alla ragione le persone impazzite, sia per opera di Shriek che dell'Inferno...- mormora Badilino guardandosi le mani - Ma prima dobbiamo fermare Carnage...
Kasady e Shriek hanno seguito la scena con occhi rabbiosi.
- Amore! Hai visto cos'hanno fatto? Volevo fossero i nostri nuovi figli... invece sono stati così irrispettosi da non uccidere quell'odiato Ragno!
- Be’, figlioli, quello che ci vuol è una bella punizione: non permetterò a nessuno di uscire vivo di qui… un po' radicale, forse, ma ci vuole il pugno duro per tirare su dei buoni figli!! – grida sempre più folle Carnage, brandendo una mannaia simbiotica per la stanza contro gli eroi.
- Speriamo di non disturbare una riunione di famiglia, Kasady! – ruggisce improvvisamente una voce, proveniente dal tetto.
Tutti alzano lo sguardo… e lo riconoscono. Tutti hanno avuto a che fare con… Venom!![14]
No! Dimmi che non è vero!, chiude gli occhi, sotto la maschera, l’Uomo Ragno.
- Salve a tutti!!! Ragno, Kaine, Shriek… e voi due… - assume una posizione minacciosa, pendendo dal tetto. Anche se li ha già incontrati, non riconosce i due Spiriti della Vendetta mascherati.
- Brock, sei tu… - sembra compiacersi Carnage.
- Cletus… figlio di puttana… - gli cade addosso - … dovresti marcire in una tomba, a quest’ora!
- Vedi che ho sempre avuto ragione? Non c’è razionalità in questo universo! – iniziano a combattere e filosofeggiare.
- Tu… cadavere putrescente… questo simbionte è un falso, un parto dell’inferno come te!
- Li prendo come complimenti, se non ti dispiace…
- Oh, Ragni… non credete che ci siamo dimenticati di voi… - recita con tono ambiguo Venom. Recentemente i rapporti tra Peter ed Eddie sembravano essersi definitivamente sanati… mentre tra lui e Kaine è ancora in corso una diatriba su chi debba adottare l’identità di Ragno Nero. Che con il ritorno di Venom la questione possa essere accantonata?
- Salve, Brock… - saluta interdetto Peter. Come deve interpretare questa riunione al simbionte? La risposta arriva presto.
- Quando avremo finito con Kasady e la sua puttana, ce la spasseremo con voi!
Dio, dimmi che quest’incubo finirà presto… si porta le mani alla testa l’Uomo Ragno.
- Invece di perdere tempo in chiacchiere, aiutaci! – lo esorta l’ex-Vendetta, con cui ha combattuto fianco a fianco - Shriek ci farà impazzire tutti!!!
- Ci penso io a te, troia assassina! – si volta verso la pluriomicida, balzando in sua direzione.
- Ti piacerebbe! – lo stuzzica Shriek, investendolo in pieno con una raffica sonica.
Ma Venom viene solo impercettibilmente rallentato.
- Sono molto cambiato, cara… le tue scariche mi fanno il solletico!!! – conclude, arrivando a lei e graffiandole il volto con i suoi artigli.
- Argh – urla la donna, perdendo la concentrazione. Eddie Brock ne approfitta per emettere velocemente i suoi filamenti, infiltrarli nelle narici e nella bocca di Frances… facendola soffocare e cadere.
La sensazione di sollievo, conseguente alla perdita di sensi di Shriek, è pari a quella di un stereo al massimo volume che viene improvvisamente spento.
- Tu, bastardo! Giù le mani da mia moglie! – torna all’attacco Carnage.
La lotta tra i simbionti si fa serrata, senza esclusione di colpi. C’è molto astio tra i due… soprattutto considerato che il simbionte originario di Carnage, partorito per gemmazione da quello di Venom, è stato recentemente riassorbito dal “padre”.
- Non è ancora finita… Shriek fungeva solo da amplificatore di ciò che aleggia nell’aria… - sottolinea Dan Ketch.
- Dobbiamo fermare Carnage… e rispedirlo nell’oltretomba – sentenzia Kaine, lapidario.

Ravencroft Asylum, ore 16:45.
Malcolm McBride ha resistito finora, sia agli effetti della Cappa delle Ombre, sia alle torture psichiche di colei che considerava un’amica, Shriek… ma nemmeno appigliarsi ai suoi sentimenti più puri riesce a salvarlo dalla follia. L’unica cosa che gli rimbomba nella testa, in questo momento… è uccidere, corrompere vite umane, come faceva nei panni di Carrion… può sentire quasi la voce del professor Warren nella sua testa… ma poi alza la testa, e vede lo spettacolo agghiacciante.
I pazienti del Ravencroft stanno dando libero impulso ai propri sfoghi. Chi cerca di sfondare, invano, le mura ricoperte del pulsante simbionte demoniaco di Carnage; chi combatte con l’altro all’ultimo sangue; chi cede e decide di ferire se stesso… non può permettere tutto questo. Ad aggravare la situazione, ha visto frotte di demoni tentare di entrare nell’istituto, invano; evidentemente il demone-simbionte di Carnage desidera detenere l’esclusiva su tutte le energie negative di cui è intriso il luogo.
Malcolm non ha alcun potere metaumano, ma fa ancora parte del servizio di sicurezza di questo posto… e ciò significa armi. Poco importa se il suo amico Edward si è trasformato in Vermin e si è unito all’orgiastica manifestazione di violenza dei pazienti… se solo ci fosse ancora John…
- Ora basta!!! – urla nei corridoi, azionando alla massima potenza un recente acquisto dell’istituto: due guanti repulsori della Stark-Fujikawa, autorizzato ad utilizzare solo in situazione d’emergenza… e questa decisamente lo è. I pazienti lo guardano stupefatti, prima di essere travolti da perturbazioni radiali intense che scuotono l’aria stessa. I più fragili e i più lenti fra loro cadono, esanimi; ma qualcuno evita o resiste. Tra questi, proprio Vermin, che con agilità propria di un animale evita le scariche dell’arma.
- Edward, fermati, non voglio… - lo supplica tra le lacrime Malcolm, ma Vermin non cede e sta per attaccarlo definitivamente, deciso a usare denti e artigli sul suo corpo. La sua foga omicida lo tradisce. Viene colpito in pieno dall’arma e scaraventato a parecchi metri dall’ex-Carrion, ancora piangente. Dimmi che non gli ho fatto troppo male, si chiede, mentre lo vede tornare umano, ma in pericolo a causa di altri pazienti. Sa cosa deve fare.

Nello studio di Ashley Kafka, lo scontro tra eroi e Carnage è giunto al suo apice.
Il mass murderer fende l'aria con le lame del suo simbionte demoniaco, lanciandole in tutte le direzioni: esse, inaspettatamente, esplodono al contatto con le pareti, uno dei regali ricevuti dalla sua permanenza all'Inferno.
- Mantiene le distanze... non abbiamo speranza se non in un confronto ravvicinato! E se non lo colpiamo con il fuoco infernale non potremo mai sconfiggerlo! - ringhia Dan.
- Attiriamo noi la sua attenzione!- esclama Testa di tela - voi cercate di prenderlo alle spalle!
Così, l'insolito terzetto costituito dall'Uomo Ragno, Venom e il Ragno Nero carica verso Carnage.
Il demone punta il suo attacco verso il punto in cui si trovano i tre, che però schivano all'ultimo momento, lasciando che l'attacco di Kasady si infranga contro il pavimento.
Nel frattempo, Michael e Dan scivolano alle spalle del folle. Dan fa roteare la catena, che si infiamma di una fiamma scura. Le mani di Michael iniziano ad ardere, ma non della stessa luce di poco prima: stavolta la fiamma che si accende è scura e sanguigna come quella che avvolge la catena di Dan. I due lanciano  contemporaneamente il loro attacco alla schiena del demone.
Troppo preso nel suo gioco di distruzione, Carnage si lascia cogliere alla sprovvista, il fuoco infernale avvolge il suo corpo.
- Argh! No!- urla il pluriomicida, mentre il simbionte si dirada dal suo corpo - non può essere… perché sento questo dolore?!
Lentamente il costume demoniaco abbandona il suo corpo, lasciandolo nudo e privo di difese, e scivola tra le macerie, come un liquido di scarto.
- Perché mi hai lasciato?! - grida Kasady, disperato.
Venom gli salta subito addosso, gli stringe una mano al collo e lo solleva in aria.
- E' giunto il momento di regolare i conti!-
- Vuole ucciderlo!- Peter Parker è combattuto, non sa se fermare Eddie.
- Kasady è già morto... – gli ricorda Dan - quello in cui si trova non è che un simulacro creato da Mefisto[15] che esisteva in questo mondo solo grazie alla simbiosi con il demone... non gli rimane molto...
- No!- urla Kasady con il volto contratto, dalla bocca gli cala la saliva e le orbite ruotano follemente - Io non muoio… non muoio mai! Lo vuoi capire? Lo volete capire? Il male vive per sempre!
- Kasady… vaffanculo!- grida Venom, e gli stacca con un colpo netto la testa dal corpo.
I resti dell'ex serial killer ricadono a terra e si trasformano in qualche secondo in cenere.
- La vendetta è compiuta...- mormora Michael, soddisfatto.
- Già… adesso, Brock, devi avere la pazienza di calmarti e spiegarci cosa è successo… - cerca di rivolgerglisi con calma Peter.
- Pazienza, dici? E per spiegare cosa? – gli si avvicina minaccioso Venom.
- Tu e il simbionte non dovreste essere riuniti… sei stato scagionato proprio per questo… sai che effetto ti fa la simbiosi…
- Parker…  - gli sussurra, in un impeto di pudore - vuoi davvero metterci dietro le sbarre, dopo che ti abbiamo salvato la vita!?[1] Oltre il danno, la beffa?!
- Mi hai minacciato, Brock… conosci la mia identità segreta… e non posso starmene con le mani in mano!
- Ti credi superiore a noi, in quanto a senso della giustizia… ma ti sbagli. Non ci prenderai… ma ci rivedremo molto presto!!! – fa una capriola all’indietro, aderisce al muro e lo scala, fino a raggiungere il lucernario dello studio e sgattaiolare fuori.
- No! – si limita a lamentarsi l’Uomo Ragno, tendendo il braccio, ma non si dà realmente da fare per inseguirlo. C’è già troppo lavoro da fare nel manicomio, e poi Badilino sembra appoggiare con lo sguardo la libertà di Venom.
Un silenzio innaturale cala nella stanza, interrotto dall’arrivo improvviso di qualcuno.
- Aiutateci… dobbiamo riportare i pazienti nelle loro celle, prima che si riprendano! – li esorta l’ex Carrion.
- Grazie al cielo Carnage ha tenuto in piedi e risanato la struttura, contro la furia distruttrice di… Shriek… e gli altri… ringraziamo il suo bizzarro senso della famiglia e del nido… - abbozza una spiegazione l’Uomo Ragno.
Lo sguardo di Ashley Kafka è totalmente spento. Troppi traumi, troppe delusioni in un sol botto. Sente che non riuscirà a superarli… soprattutto il voltafaccia di Frances Barren, a cui aveva accordato piena fiducia.
- Ashley… - le sussurra Peter, avvicinandosi a lei - … non è colpa tua, tantomeno loro. Sono in gioco forze che non possiamo comprendere, al di là della nostra portata… forze che portano a galla il nostro lato oscuro e che io stesso sto combattendo da ore… non cedere anche tu come hanno fatto loro…
- Grazie, Ragno… ma rinchiudere Frances, per me, è la maggiore sconfitta – confessa amareggiata, mentre vede Dan Ketch portare in braccio Shriek, poggiarla sul letto di una cella, sincerarsi delle sue condizioni, per poi chiudere con decisione la porta della stanza detentiva. Quando le passa accanto uno dei suoi più fidati collaboratori, lo ferma con un braccio.
- Malcolm, stai bene?
- Per niente, Ashley… potrei gridare da un momento all’altro e uccidervi tutti, ma mi trattengo.
- Ottimo – commenta con nero sarcasmo la sconsolata psichiatra.
- Questo, comunque, è il bilancio della crisi: nessun morto, nove pazienti feriti lievemente, quattro necessitano di cure mediche urgenti… e due evasi.
- Oh, no… dovevo aspettarmelo… di chi si tratta?!
- Lo Spaventapasseri… e il Camaleonte.
L’Uomo Ragno e Dan Ketch rabbrividiscono all'unisono, senza saperlo .
Dan, pensando allo Spaventapasseri: l'aveva visto morire, l'aveva visto entrare al servizio di Cuore Nero, ma poi aveva scoperto che tutta era una messa in scena che rientrava tra le menzogne di quel demonio,[16] ma ancora peggio di quello era il pazzo che vedeva in Stacy sua madre...
L'Uomo Ragno, pensando al Camaleonte... gli tornano in mente i mesi di convivenza ignara con il criminale… e scaccia subito il ricordo.
- Io… devo scappare… devo controllare come sta la mia famiglia! – dice ad alta voce con apprensione, come se il pensiero avesse sfiorato la sua mente solo ora. Così, saluta tutti scimmiottando un gesto militare e sussurra: - Arrivederci… - mentre la sua tela lo porta fuori dall’edificio.
Gli Spiriti della Vendetta rimangono con la Kafka e i suoi collaboratori.
- Io torno al General Hospital, in questo casino ci sarà bisogno di qualcuno che protegga i malati... - sentenzia Dan.
- Io farò un giro per la città… non capisco ancora come funzioni questo nuovo fuoco infernale... - dice Badilino, mentre la sua mano si illumina di luce giallastra - ma potrà essere utile per far rinsavire alcuni di quelli che stanno impazzendo per questo Inferno… anche se non penso che potrò concludere molto nel mio piccolo...
- Vi ringrazio per la collaborazione... - fa Ashley - Senza di voi non so come avremmo fatto...
Gli Spiriti della Vendetta accennano un saluto e si allontanano.

  

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DI CARLO

         Eccoci giunti al termine di una Ultimate Edition che raccoglie anche gli episodi collegati alla maxi saga Inferno.² Per una maggiore comprensione dell’intera saga ho inserito anche degli estratti dall’Uomo Ragno #33 dove continuava la battaglia al Ravenscroft Asylum iniziata su Spiriti della Vendetta #7 (In pratica ho eliminato gli interludi e l’ultima parte che riguardavano solo ed esclusivamente al serie dell’Uomo Ragno). Come al solito, mi sono limitato ad un lavoro di “ripulitura del testo e, come al solito, ho praticamente lasciato intatte le note… ed ora un commento dell’autore su SdV #7.

 

NOTA DI XEL

 Un commento rapido rapido: anche gli Spiriti della Vendetta si trovano invischiati in Inferno... Blaze è un assente giustificato, per sapere cosa combina non perdete il prox numero dove sapete anche cos'è che aveva il Custode di così importante da fare... Invece per aver maggiori rivelazioni sul fato di Stacy dovrete aspettare un po' di più... infine ringrazio Mickey x l'opportunità datemi dal xover... è stato un piacere scrivere con te a quando un'altro bel meeting tra i nostri pg? :D

 

 

XEL AKA JOJI

 



 



[1] In numeri inediti di Ghost Rider

[2] Continua su Power Pack #12

[3] Si riferiscono ad avvenimenti inediti in Italia: Jack D’Auria è in realtà il vigilante mascherato Shriker (si è visto in alcuni episodi di Ghost apparsi su Venom), affiliato al Custode e che per conto di questi ha per un certo periodo sorvegliato Ghost. Quando Dan l'ha scoperto, si è sentito tradito da entrambi ed ha intimato loro di non mischiarsi più alla sua vita.

[4] Vedi Spiriti della Vendetta MIT #1 (non chiedetemi COME Blackout faccia a sapere che la spada sia lì!! ;D)

[5] Durante “L'assedio delle tenebre”

[6]Adrienne è apparsa in alcuni numeri di Ghost, è una studentessa presso un corso di cinematografia; ma non è mai stato rivelato il suo cognome, per questo l'ho inventato io... nel caso qualcuno conosca quello vero mi contatti!)

[7] Linda Wei è una giornalista corrotta, che è stata uccisa da Blackout su Venom 30(Ghost Musa vol. II 54)

[8] Su SdV MIT #1-2

[9] Per le altre volte in cui Blackout è stato sfregiato vedi ALL AMERICAN COMICS, Comic Art #30(mi pare!:O) e Ghost, Marvel Italia #10

[10] Per sapere di più, leggete “Inferno²” #1!

[11] Vedi “L’Uomo Ragno”#25.

 

[12] Vedi “L’Uomo Ragno”#11

 

[13] La fidanzata di Michael uccisa in “Marvel Comics Presents” inediti

 

[14] Dan Ketch (o meglio, Ghost) ha conosciuto Venom durante il crossover “Spiriti di Venom”, che abbiamo omaggiato nel titolo… mentre Michael Badilino ne è diventato amico nella miniserie “Notti di Vendetta”, presentata sulle pagine del vecchio mensile “Venom”, appunto.

 

[15] Su “Spiriti della Vendetta” #2

[16]In numeri inediti di “Ghost” e in fuoriscena precedenti la serie MIT.

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